Auguri da Fano, un albero di Natale unico al Mondo

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I decori natalizi creati da Francesco Cecchini evocano con immediatezza e nostalgia gli emblemi della Fano che non c’è più

Le piastrelle dei “piatlet” per esempio, che un tempo componevano il pavimento della piccola chiesa di S.Maria del Riposo smantellata nel 1942, sono state riprodotte in piccoli quadretti e fanno pendant alle minuscole riproduzioni di pale d’altare delle chiese fanesi. Le palline in foglia d’oro decorate con frammento di corale medievale, pendono dalle fronde dell’abete accanto ai “brevi”, così si chiamavano i piccoli tessuti cuciti un tempo dalle suore che contenevano brevi preghiere o reliquie e servivano a proteggere bambini e anziani che li indossavano.

I quadretti che raffigurano I piatlet le ceramiche della chiesetta S.Maria del Riposo

Al Teatro della Fortuna, da sempre luogo di cultura e prestigio per la città di Fano, è dedicata la splendida miniatura di un manifesto del 1863, impreziosita con una passamaneria a frange che ricorda il sipario teatrale.

Non poteva mancare su questo abete natalizio così particolare, il richiamo al Carnevale, antichissima istituzione fanese. Ecco allora le belle uova di cartapesta impreziosite da coriandoli glitterati con l’antica filastrocca che recitava “ mascherina, mascherina, se en’c’è l’ov c’è la galina….”, le palle in cartapesta con le mascherine, El Vulon, una pallina che racchiude una miniatura del disegno de “El Vulon” maschera ufficiale del carnevale fanese.

Il merletto con il famoso punto Fano

Bellissimi su quest’albero “magico”, vero e proprio scrigno dei ricordi, i riferimenti alle tradizioni popolari delle campagne. Ecco allora il Cavolo tardivo di Fano, uno dei prodotti ortofrutticoli più tipici della borgata Metaurilia, esposto addirittura come eccellenza alla Esposizione Universale di Parigi a fine Ottocento.

Le tomboline, un gioco che a Fano spopolava fino a qualche anno fa, tipico delle osterie  e dei bar che prevedeva l’uso di 4 carte chiamate appunto tomboline, che venivano cucite con una fettuccia e acquistate come cartella dai partecipanti.

E poi le piccole targhe effetto legno realizzate in carta che riportano alcune incisioni degli antichi mestieri di agricoltura e allevamento.

La Moretta. Non poteva mancare tra i decori natalizi, un riferimento alla Moretta, la bevanda tipica di Fano. Bellissima la ricostruzione delle vecchie insegne dei caffè così diffuse una volta, il pendente con limone essiccato e una piccola bottiglia contenente la ricetta “segreta” della Moretta, la pallina in vetro con i tre colori della bevanda fanese: caffè, liquore e schiuma, il sacchetto di iuta dove una volta si contenevano i chicchi di caffè prima di essere macinati.

La leggenda vuole che il pettirosso abbia il petto di colore rosso perché tolse una ad una tutte le spine dalla corona di Gesù

Alla marineria e al porto, cuore pulsante di Fano, sono dedicati i pendenti a conchiglia, il galleggiante per le reti realizzato come una volta in vetro soffiato blu e ingabbiato in una corda con una sapiente legatura, le palline raffiguranti le antiche imbarcazioni con le vele al terzo differenti per ogni famiglia e i nodi, essenziali per la navigazione e la pesca, applicati su pittoresche sfere di sabbia.

Un bellissimo riferimento infine a una “storia al femminile di arte, artigianato e solidarietà”, quella del laboratorio di ricamo istituito della Contessa Maria Bracci a Fano nei primi del Novecento dove le ragazze povere imparavano un mestiere utile e il famoso “Punto Fano”, un particolare merletto dalla tecnica antica e ormai quasi scomparsa.

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