I CASTELLI DEL METAURO E I SUOI VINI

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Se navigate dalle parti di Fano, c’è un motivo in più per fermarsi a Marina dei Cesari e rallegrare vista e palato.

La possibilità di assaggiare 3 ottimi vini della nostra Provincia abbinata alla visita di alcuni piccoli e incantati borghi-castello che sorgono sui colli lungo il fiume Metauro e che sono legati alla produzione di vini doc. Prenotate con noi questa bella gita fuori porta che vi permetterà di apprezzare il buon vino e scoprire alcuni dei più bei castelli del Metauro.

Il balcone sul Metauro e il Bianchello

Chi percorre la Flaminia da Fano verso l’entroterra, nel tratto pianeggiante della valle del Metauro, scorge a sinistra, a pochi chilometri dalla città della Fortuna, un colle isolato e suggestivo, diverso dagli altri. È Montemaggiore, un piccolo paese raccolto, aggrappato al suo colle alto 197 metri.

panorama montemaggiore

Dalla piazza del borgo dove sorge il settecentesco Palazzo Comunale, una bella gradinata porta al ‘castello’ passando sotto l’arco dell’elegante Torre Civica. In cima, sugli spalti della cinta muraria vi aspetta una suggestiva vista panoramica che spazia dalle azzurre cime appenniniche alla Gola del Furlo, dall’ampia valle del Metauro al mare e ovunque le dolci colline che si susseguono in un saliscendi armonioso tra filari di vigne, uliveti e stradine bianche. Passeggiando nel minuscolo borgo del castello di Montemaggiore ad ogni angolo scoprirete un panorama diverso e suggestivo, una quiete rigenerante e golose tentazioni. Al ristorante da Matteo per esempio in una bella casa antica con soffitti affrescati e pavimento in cotto dove gustare un menù di piatti tipici del territorio o alla Frescheria di Monte, ottimo per merende domenicali o per l’aperitivo che d’estate viene servito sul prato in mezzo alle case del borgo antico, di fronte a una ricca foresta di pini.

Montemaggiore è celebre per la produzione vinicola del Bianchello del Metauro uno dei vini D.O.C della regione Marche. È un vino molto antico e una leggenda narra che fu proprio questo vino il responsabile della sconfitta di Asdrubale e dei Cartaginesi. La famosa battaglia del Metauro si svolse proprio qui nel 207 a.C. e pare che i postumi dell’euforia alcolica furono determinanti nel provocare la sconfitta degli africani da parte dei Romani. Il Bianchello è un vino bianco, fresco e leggero, prodotto con uve di un vitigno autoctono diffuso in 18 comuni della Valle del Metauro. Il vino è semplice e di grande bevibilità e nel corso degli ultimi anni ha acquisito una maggiore personalità.

Bianchello del Metauro Mariotti

Per gustare un buon calice di Bianchello del Metauro vi suggeriamo una visita all’Azienda Agricola Mariotti che troverete sulla strada per Montemaggiore subito dopo il ponte sul fiume Metauro.

mariotti-montemaggiore

La casa colonica, solida, fine ‘800, senza fronzoli, è leggermente rialzata rispetto al fiume che si intravvede dietro una fitta cortina di pioppi ed è circondata da un bellissimo giardino. Grande e piacevole la veranda dove d’estate si fanno le degustazioni all’aperto, in faccia al prato e ai filari di vigne che si perdono a vista d’occhio. Sono vigne antiche, alcune con più di cento anni e “maritate” cioè coltivate assecondando la loro naturale vocazione di piante rampicanti. Niente pali di cemento dunque in questi vigneti ma aceri campestri che fungono da tutore per le viti. Questo abbraccio – da qui la definizione vite maritata- è una simbiosi benefica che coinvolge probabilmente l’apparato radicale delle due piante e permette di ridurre se non eliminare del tutto i trattamenti di antiparassitari, fertilizzanti chimici, insetticidi.

Azienda Mariotti

Passeggiando tra i filari dell’azienda Mariotti noterete che per indirizzare le viti non si utilizzano legacci di plastica ma rametti giovani di salice: un dettaglio elegante ma anche un aiuto per preservare la salute di viti così antiche.

tralci vigne

Il patron Cesare Mariotti ha studiato, fatto esperimenti e lavorato molto sulle sue vigne e grazie a un’accorta gestione del vigneto e l’impiego delle più aggiornate tecniche di cantina, negli ultimi anni è riuscito ad aggiungere una discreta longevità al Bianchello del Metauro che finora era considerato soprattutto un vino da consumarsi giovane. L’etichetta è Piandeifiori, un Bianchello selezionato per lungo tempo e caratterizzato da un gusto morbido e consistente che ben si affianca ad Asdrubale, più giovane e fresco, con “note di frutta gialla e sentori floreali di ginestra e fiori di acacia, leggermente speziato con tocco vanigliato”. L’azienda agricola Mariotti produce anche Sangiovese Colli pesaresi D.O.C., Marche I.G.T bianco, Marche I.G.T. rosso, Grappe di Bianchello e Olio extra vergine di oliva monovarietali.

CURIOSITA’: MONTEMAGGIORE BALCONE DELLA STORIA

La mattina del 25 agosto1944 il primo ministro inglese Winston Churchill, accompagnato dal generale Alexander (comandante del VIII corpo di armata inglese) saliva al castello di Montemaggiore per osservare lo schieramento delle truppe nella valle del Metauro, pronte all’offensiva contro la Linea Gotica. Quella stessa notte prese il via l’operazione “Olive” che portò allo sfondamento dell’ultimo approntamento difensivo dell’esercito tedesco in Italia. Di tale evento il Museo Storico del fiume Metauro “Winston Churchill” raccoglie fotografie, testimonianze scritte, diari, documenti ufficiali, cimeli e dotazioni militari d’epoca recuperando la memoria di avvenimenti che hanno segnato la storia del secolo scorso. Particolarmente significativa la foto in cui Churchill e Alexander, ripresi di spalle, seduti su una rozza panca, osservano la valle del Metauro aperta davanti a loro con l’ordinata tessitura dei filari di viti che scandiscono i terreni da cui da poco è stato falciato il grano. Il museo è ospitato nella ex chiesa di Santa Maria del Soccorso, sulla via principale del paese.

montemaggiore
PH Stefano Frattini

www.montemaggioreturismo.com

Sorseggiando “Guerriero Nero” a Piagge

Comune microscopico, è il secondo più piccolo della provincia per estensione, Piagge si riconosce da lontano dallo svettare dei suoi campanili, quello della chiesa di Santa Lucia patrono del borgo e quello della torre civica posta nel punto più alto del castello a circa 220 metri sul livello del mare. Al centro del paese, nascosto fra le abitazioni, si trova l’antico castello medievale tuttora abitato con le sue mura quattrocentesche e la snella e svettante Torre civica. E’ il cuore, nonché il punto più interessante del paese che si raggiunge attraverso vicoli stretti e ombrosi e da dove si può scorgere un vasto panorama che, dall’Appennino umbro-marchigiano sorvola la bassa Val Metauro fino al mare. Ai piedi del castello “la Tomba Segreta, un originale ambiente sotterraneo recentemente aperto al pubblico, una sorta di tomba, o grotta eremitica o luogo di rifugio. La pianta simmetrica, le decorazioni geometriche in rilievo sulle volte e le pareti fanno pensare a un possibile luogo di iniziazione a ordini cavallereschi o a rituali esoterici.

Guerriero Nero

Vino dal colore rosso rubino intenso, dalla struttura persistente, salato, avvolgente e piacevole, dal profumo di viole, vaniglia, cacao amaro, tabacco mentolato e spezie, il Guerriero Nero che vi suggeriamo di assaggiare è uno dei prodotti di punta dell’azienda agraria Guerrieri che sorge poco prima di Piagge. I Guerrieri si definiscono “orgogliosi di essere agricoltori dal 1800” e continuano a rispettare con passione I principi che da secoli hanno regolato il lavoro dei campi e la coltivazione dell’uva. La tenuta dispone di 40 ettari coltivati a vigneti dedicati alla coltivazione di Bianchello, Verdicchio, Chardonnay, Sauvignon e Moscato a bacca bianca; Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Montepulciano e Merlot a bacca rossa. L’azienda dispone anche di 30 ettari coltivati a ulivi e 120 a cereali di cui una buona parte dedicati alla varietà di Grano Antico (Senatore Cappelli e Trititum Dicoccum) ormai abbandonati dalla maggior parte degli agricoltori. Tali grani secondo varie ricerche, possiedono proprietà salutistiche uniche e rispondono ai crescenti problem di intolleranza al glutine.

Mondavio: un gioiello rinascimentale

A 3 chilometri da Piagge merita una visita il pittoresco borgo di San Giorgio, disteso sul crinale di un colle, a metà percorso della tortuosa via collinare che dalla valle del Metauro conduce fino alla valle del Cesano. Accanto al nucleo storico di San Giorgio con le mura castellane e le Chiese di San Giorgio e dello Spirito Santo, si trova l’ altro antico nucleo abitato di Poggio, l’antica Castrum Podii, che sorge su di una fortificazione naturale di arenaria, ed è probabilmente il primo insediamento preistorico del comune.

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Di colle in colle, con una piccola deviazione si arriva a Mondavio, un vero gioiello rinascimentale, magnificamente preservato, insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, Bandiera Verde della Confederazione Italiana Agricoltori e inserito  nel club “I borghi più belli d’Italia”. Imponente la Rocca roveresca, una delle meglio conservate fortificazioni italiane dove potrete visitare il bel Museo di Rievocazione Storica che ripropone al visitatore un percorso nella quotidianità di una fortezza rinascimentale: scene conviviali, postazioni di armigeri, cavalli e segrete prigioni.

La Rocca è circondata da un profondo fossato difensivo in cui è possibile accedere, nel quale è stato realizzato, nel 2000, un “Parco di Macchine da Guerra”, contenente fedeli riproduzioni in dimensioni reali degli strumenti di assedio dell’epoca, tratte dai disegni originali di Francesco di Giorgio Martini, autore della struttura e il più grande architetto militare dell’epoca.

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Nella piazza accanto alla Rocca altre chicche vi attendono come l’affascinante show room Della Rovere dove resterete incantati ad ammirare pietre di tutti i tipi e bellissimi gioielli in argento e pietre dure e il Teatro Apollo  dall’acustica perfetta, minuscolo ma di grande suggestione per l’armonia degli spazi, l’eleganza delle decorazioni, il bellissimo soffitto a velario con putti danzanti in circolo intorno ad Apollo.

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A pochi passi dal Teatro, da vedere l’austera Chiesa di San Francesco, il chiostro e poi le antiche stradine che conservano l’originaria struttura rinascimentale e contribuiscono al fascino di questo borgo incantato.

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Un brindisi con il Vinsanto a Barchi

Da Mondavio a Barchi sono poco più di 4 chilometri. Barchi è un paesino minuscolo, come tanti altri di questo lembo di entroterra, così vicino al mare e così immerso nella campagna. Popolata fin dai tempi dei romani che la scelsero per l’amenità del paesaggio, Barchi fu fortificata nel Medioevo quando entrò a far parte del vicariato di Mondavio e, in seguito, tra i domini dei duchi di Montefeltro, signori di Urbino. L’antico ‘castello’ fu completamente riedificato alla fine del 500 dall’architetto bolognese Filippo Terzi che lo rese un prezioso scrigno di grazia architettonica, luogo preferito di villeggiatura per il nobile signore Guidobaldo della Rovere che vi soggiornava a lungo nei momenti felici e per le frequenti battute di caccia. Il centro storico del capoluogo comunale presenta una chiara impronta cinquecentesca: il Palazzo Comunale vegliato dalla torre civica, la Chiesa e il lungo corso che fende l’abitato da parte a parte.

Ogni anno da Barchi, a colpi di bombarda medievale, prende il via la Collemar-athon, la maratona dei valori, 42 chilometri da Barchi a Fano attraverso sinuosi, dolci crinali e alcuni dei più antichi borghi fortificati e castelli della bassa valle del Metauro.

Entra in scena il Vinsanto

Nei dintorni di Barchi vi aspetta per la degustazione una cantina storica come Fiorini, azienda agricola a conduzione familiare, sorta quasi un secolo fa e giunta alla terza generazione. Bellissimi e diversi gli ambienti dedicati alla degustazione: dalle cantine del vinsanto fino al museo di arte contadina. Ed è proprio il vinsanto Fiorini che vi suggeriamo di assaggiare. “I grappoli di uve di Bianchello – racconta la signora Carla Fiorini – vengono accuratamente selezionati dagli impianti più vecchi e issati tramite una carrucola fino alla nostra soffitta, dove vengono appesi a dei ganci e lasciati appassire per alcuni mesi, prima di riporli nella nostra storica Vinsantaia!”

L’azienda è costituita da 100 ettari di terra di cui 44 a vigneto ed è circondata da un paesaggio suggestivo che la famiglia Fiorini ha voluto valorizzare inaugurando nel 2011 la Foresteria Agrituristica Strada dei Campioli che dispone di 5 camere e un servizio ricettivo degno di nota.

Il paese degli scalpellini

Da Barchi solo 9 minuti di strada vi separano da S.Ippolito, il paese degli Scalpellini. Il borgo è un museo a cielo aperto di quest’arte dalla tradizione antichissima e ne troverete testimonianze sui muri delle case, nelle chiese e lungo le vie del centro storico di S.Ippolito ma anche dei vicini castelli di Reforzate e Sorbolongo. Un originale itinerario di arte della pietra fra nicchie con immagini dei santi e della Madonna e portali, cornici di finestre, iscrizioni, lapidi e decorazioni architettoniche.

s.ippolito madonna nera
S.Ippolito è un museo a cielo aperto degli scalpellini e testimonianze di quest’arte antica si trovano ovunque lungo le vie del borgo

Una storia lunga oltre 600 anni – documenti attestano il lavoro di un certo Aimonetto da Sant’Ippolito già nei primi decenni del XIV sec. presso il Palazzo dei Papi ad Avignone (Francia)- favorita dalla presenza in questo territorio di cave di pietra arenaria che fornivano un materiale pregiato utilizzato per una ricca produzione, sia per interni (camini, cappelle, altari, balaustre) che per esterni (statue votive, cornici di finestre, portali, stemmi). Nacquero così diverse botteghe artigiane che ben presto ampliarono il loro mercato oltre i confini comunali procurando notorietà e prestigio al paese.

Gli scalpellini furono impiegati in importanti cantieri. Ad esempio nella costruzione del Palazzo Ducale di Urbino o nella Cappella dei Della Rovere nella basilica di Loreto. Furono secoli di benessere sociale per il paese, le botteghe si svilupparono e la produzione variò seguendo le necessità delle numerose committenze. Le famiglie degli scalpellini erano le più importanti del paese, rinomate in tutto il centro Italia e nelle botteghe erano impiegate fino a 35 persone. La loro attività giunse al termine all’inizio del ‘900 quando il mutare dei gusti delle decorazioni e dei materiali usati per le costruzioni provocò una crisi che portò alla chiusura degli ultimi laboratori. Negli ultimi anni, varie iniziative hanno cercato di far rivivere l’antica tradizione. Tra le più importanti la manifestazione “Scolpire in piazza”, che si svolge tutti gli anni a fine luglio ed è molto di più che un Simposio di scultura. Si tratta infatti di una residenza artistica per scultori che realizzano opere in pietra arenaria, ideate espressamente per progetti di riqualificazione urbana ed ambientale nei piccoli Comuni e nelle aree naturalistiche della Regione Marche. Tra i laboratori ancora attivi a S.Ippolito, da visitare quello di Natalia Gasparucci, personalità artistica di spicco, apprezzata anche all’estero e famosa per le sue madonne lauretane, piccole sculture in pietra arenaria che sono proprie della tradizione santippolitese e che la sua sensibilità artistica femminile reinterpreta e arricchisce di dettagli (per es. le palpebre socchiuse della Madonna). Natalia è anche un’arguta studiosa di questa antica arte che l’appassiona da più di trent’anni e nella sua bella bottega laboratorio saprà incantarvi con la sua semplicità e i suoi racconti.

Natalia Gasparucci
Lo show room-laboratorio di Natalia Gasparucci a S.Ippolito

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