I catamarani hanno conquistato il 40% del mercato mondiale della vela. Vi sveliamo i motivi di un successo senza precedenti
Chi l’avrebbe mai detto, pochi anni fa, che i catamarani avrebbero letteralmente divorato quote di mercato al mondo dei monoscafi? Eppure è proprio così. Dati alla mano, dieci anni fa il mercato mondiale della nautica vedeva i monoscafi dominare con circa l’ottana per cento contro il venti dei multiscafi. Oggi siamo arrivati a sessanta/quaranta.
Una crescita impressionante anche perché globale: basta girare in banchina a qualunque salone mondiale, da Cannes ad Annapolis passando per Genova, Dusseldorf o Parigi, per rendersi conto della quantità di catamarani presenti. Soprattutto, modelli di ogni taglia, tipologia e dimensione.
UN SUCCESSO TRASVERSALE
Già, perché la “Catamania” non tocca solo il mondo della crociera, ma anche quello delle derive sportive e delle regate. Partiamo dal caso più eclatante: che tipo di barche hanno sostituito i monoscafi in quella che è l’equivalente della Formula 1 automobilistica nel mondo della vela, ovvero la Coppa America? I catamarani, ovvio.
Ma anche gli altri principali circuiti mondiali (come i GC32, Extreme 40, M32 o i più piccoli Classe A) vedono protagonisti i multiscafi, con o senza foil. Il motivo è, a nostro parere, abbastanza semplice: in un mondo che va sempre più veloce, le nuove generazioni proprio la velocità cercano anche quando vanno per mare! Non è un caso neppure se l’ultima barca ad avere esordito come Classe Olimpica ai Giochi di Rio di quest’anno è stato il Nacra 17.
I MOTIVI DEL BOOM
Abbiamo cercato di analizzare i motivi che hanno portato a questa esplosione dei catamarani. Le risposte sono molteplici e non riguardano solamente gli spazi a bordo. Certo, a parità di lunghezza con un monoscafo, l’abitabilità può essere stimata in un 30% in più. E non solamente per il quadrato che sfrutta il baglio accresciuto rispetto ai modelli di alcuni anni fa. Anche il disegno degli scafi, più larghi e spesso con uno spigolo che corre per tutta la lunghezza e che aumenta ulteriormente lo spazio interno, concorre a ottenere questo obiettivo.
C’è poi il discorso dei “livelli”. Esternamente, per esempio, la presenza di flying bridge di dimensioni sempre maggiori ha consentito di ospitare, oltre alla timoneria, veri e propri pozzetti rialzati, rendendo quello di poppa un’estensione del quadrato (anche perché sempre più spesso è riparato proprio dal fly). Sempre in tema di pozzetti, si stanno moltiplicando i modelli che a prua, invece di semplici prendisole o delle classiche reti, hanno creato veri e propri salotti trasformabili. Un aumento della privacy a bordo per ora impossibile su un monoscafo.
E UNA VOLTA SALPATI?
D’accordo, i catamarani bolinano meno di un monoscafo, e questo è un fatto incontrovertibile. Sono anche meno sensibili al timone, costringendo a una maggiore attenzione per capire quando è il caso, per esempio, di ridurre la velatura. I vantaggi però, anche in navigazione ci sono. Uno su tutti: stiamo parlando di una barca più stabile, soprattutto alle andature portanti, ma anche quando si getta l’ancora in rada.
LA QUESTIONE DEL PREZZO
Discorso estetico a parte (su questo punto i puristi dei monoscafi battono forte), l’altra critica che in molti portano ai catamarani è quella del prezzo. Qui bisogna però fare un ragionamento un po’ diverso da quello che si fa quando si valuta un monoscafo, più simile pittosto a quello che si fa quando si valuta… una casa! Non stiamo scherzando: è vero che i catamarani costano almeno un 30% in più di un monoscafo, ma se rapportiamo il prezzo ai metri quadri vivibili che abbiamo a disposizione, la differenza economica non risulta più così evidente. Anche il posto barca costa di più? Sì, è vero, ma negli ultimi anni sono tantissimi i porti, anche in Italia, che hanno “varato” tariffe scontate ad hoc per gli armatori dei catamarani.