Lo storytelling del rilascio della tartaruga Michi

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La storia per immagini del ritorno in mare oggi con la Fondazione Cetacea sulla spiaggia di Animalido

L’avventura sulla spiaggia della tartaruga Michi

La tartaruga Michi non ne voleva sapere di stare nella piscinetta che le abbiamo preparato sulla spiaggia di Animalido  perchè tutti i presenti potessero ammirarla e ascoltare la sua storia prima del rilascio. Era ansiosa di tornare nel mare e i volontari della Fondazione Cetacea  che l’hanno curata in questi mesi nell’ospedale di Riccione, hanno fatto fatica a contenere la sua voglia di libertà,  a prenderla per il carapace lungo 6o cm e a rimetterla nella piscina.

Adulti e bambini attenti ad ascoltare Sauro Pari della Fondazione Cetacea

I pericoli per le tartarughe

La minaccia del temporale stamattina ha tenuto lontano molti dalla spiaggia  ma i presenti erano molto interessati al racconto di Sauro Pari presidente della Fondazione Cetacea sulla storia delle tartarughe e sui pericoli che le minacciano a causa dell’uomo. In primo luogo l’incontro ravvicinato  con le reti a strascico dei pescatori che involontariamente le trascinano a bordo insieme al pescato.

Il cambiamento climatico danneggia le tartarughe

Sauro ci ha raccontato che nell’ospedale di Riccione transitano ogni anno tra le 50 e le 60 tartarughe, alcune molto ferite e sofferenti come Alessandra di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente

altre più fortunate come la tartaruga Michi ritrovata spiaggiata in stato di ipotermia a Fano nel gennaio scorso. Sauro ci ha spiegato che le tartarughe sono molto sensibili alle temperature dell’acqua e l’Adriatico è un mare poco profondo che si raffredda o si riscalda molto rapidamente. Basta un abbassamento di 2 gradi per mettere in difficoltà questi animali che sono tra le prime vittime dei cambiamenti climatici. Quando la temperatura si abbassa troppo rapidamente, la tartaruga entra in una sorta di letargo, riduce al minimo i battiti cardiaci, smette di procurarsi il cibo. Se all’abbassamento della temperatura  si accompagnano come spesso capita, forti mareggiate, è facile che la tartaruga venga trascinata dalle onde a riva dove si spiaggia e rimane immobile, come morta.

Il rilascio

Dopo tanti racconti e spiegazioni scientifiche,  è arrivato il momento del rilascio in mare! Ci sono voluti due volontari della Fondazione Cetacea per sollevare la tartaruga Michi che pesa quasi 25 chili e portarla nell’acqua. Non c’erano barche in mare e speravamo che Michi si sarebbe difetta subito verso il largo. Ma non è stato così. Sembrava perplessa nell’acqua bassa, non trovava la direzione anzi si girava subito indietro per tornare verso riva! Al terzo tentativo fallito, l’abbiamo caricata nella vasca contenitore e issata sul gommone della Lega Navale per portarla al largo oltre le scogliere. E qui finalmente ha trovato la via della sua casa. Buon viaggio Michi! Grazie di averci ricordato con la tua gran voglia di vivere che sei un animale stupendo e che dobbiamo rispettarti e aiutarti a raggiungere i tuoi cento e passa anni di vita! Grazie a tutti gli amici che hanno partecipato a questa avventura. A Luca Toni fotografo per le belle immagini di questo storytelling, ai volontari della Fondazione Cetacea, ai sub di  Orca’s Club  che hanno immortalato sott’acqua il rilascio di Michi!

 

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