TAMPONE OBBLIGATORIO PER CHI RIENTRA IN ITALIA IN BARCA

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Obbligo di tampone anche per chi rientra con la propria barca da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Lo  stabilisce l’ordinanza entrata in vigore il 13 agosto su tutto il territorio nazionale.  Cinque regole da seguire nel caos delle diverse interpretazioni.

COSA STABILISCE L’ORDINANZA PER IL RIENTRO?

Le nuove disposizioni e il tampone obbligatorio sono misure di sicurezza per il contenimento del contagio e riguardano tutti coloro che si sono recati con vari mezzi o hanno anche solo transitato in Croazia, Grecia, Spagna e Malta. Non riguarda quindi solo i diportisti. Il testo è per questo motivo abbastanza generico. Una lettura completa la si trova qui https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/08/13/20A04514/sg

Per cercare di capire cosa fare e come comportarsi, analizziamo prima di tutto questa frase dell’ordinanza: “è fatto obbligo di sottoporsi a un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo tampone al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, ove possibile, ovvero entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento. In attesa di sottoporsi al test, cioè al tampone obbligatorio (ndr) le persone sono sottoposte all’isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora”.

CINQUE DOMANDE DI INCERTA RISPOSTA

Per i diportisti, cioè per coloro che si sono mossi con la barca, questo testo suscita almeno 5 domande che cercheremo di analizzare con degli esempi.

La prima domanda è: cosa si intende per azienda sanitaria di riferimento cui bisogna rivolgersi entro 48 ore dal ritorno in Italia per prenotare il tampone obbligatorio? Se per esempio vivo a Milano ma ho il posto barca per esempio a Marina dei Cesari a Fano, mi devo rivolgere all’azienda sanitaria di Fano o a quella della mia residenza a Milano?

Strettamente legata alla prima domanda ce n’è subito un’altra: se ho fatto la traversata per esempio dalla Croazia all’Italia, per esempio dalle Isole Incoronate a Fano che è una delle rotte più brevi, ma ho la residenza a Milano e il posto barca in un altro porto dell’Adriatico, qual è l’azienda sanitaria di riferimento?

In attesa di effettuare il tampone obbligatorio come faccio a sottopormi all’isolamento fiduciario se sono in barca, lontano dalla mia residenza? Devo rimanere fermo in un porto sulla mia barca fino a quando sono convocato per fare il tampone?

Come interpretare l’ordinanza se dopo la traversata, per esempio dalla Croazia, il mio home port è ancora lontano e lungo la rotta per raggiungerlo devo ormeggiare in diversi porti dove presumibilmente avrò contatti con altri, per esempio quando registro barca ed equipaggio in reception e quando faccio cambusa o carburante?

IL CAOS DELLE INTERPRETAZIONI

Premesso che l’ordinanza ha valore nazionale ma che, ancora una volta, le interpretazioni cambiano secondo le varie regioni, una prima risposta a queste domande, almeno per quanto riguarda la regione Marche, ci è venuta dal confronto con la Capitaneria di Porto di Pesaro e dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Fano che ringraziamo per la costruttiva collaborazione.

Riguardo la prima e la seconda domanda, la risposta è stata chiara: ¨ l’azienda sanitaria di competenza è quella della prima località dove si arriva dopo la traversata, anche se si ha la residenza o l’home port altrove”. Il porto di arrivo infatti è considerato il primo ingresso in Italia ed è qui che bisogna compilare il modulo  ORDINANZA modulo+ con tutti i dati dell’equipaggio per rihiedere il tampone obbligatorio. Se per esempio si è approdati a Marina dei Cesari, Fano, il modulo compilato va spedito per email a prevenzione.av1@sanita.marche.it

Sarà l’ASUR Marche a comunicare questi dati alla ASL competente in base alla residenza dell’equipaggio e sarà nella città di residenza che si sarà chiamati a fare il tampone obbligatorio.

Sconsigliato cercare di mettersi in contatto telefonico. I numeri telefonici di riferimento nelle varie regioni anche se elencati nell’Ordinanza, sono sempre occupati o non rispondono. La raccomandazione dell’ufficio rapporti con il pubblico dell’Asur è quello di spedire subito un’email all’azienda sanitaria di riferimento (cioè quella del porto di arrivo in Italia).

ISOLAMENTO FIDUCIARIO PER CHI RIENTRA IN ITALIA IN BARCA

Per quanto riguarda l’autoisolamento fiduciario, le cose si complicano perché esistono varie interpretazioni secondo le varie Regioni.  L’Emilia-Romagna per esempio – ma anche Lombardia e Calabria sono sulla stessa linea- non pone l’obbligo dell’isolamento ma solo della denuncia di rientro in Italia. In attesa della convocazione che dovrebbe avvenire entro le 48 ore dalla denuncia-per l’effettuazione del tampone obbligatorio e poi nell’attesa dell’esito (non rapido), l’ “interpretazione” dell’Emilia Romagna è libertà di circolazione in deroga, pur nel rispetto delle norme generali (mascherina, distanziamento, igiene, ecc.). Cioè non c’è bisogno di autoisolarsi.

Nelle Marche invece non esiste questa deroga. Come ci si deve comportare quindi se si arriva in un porto marchigiano? E se da qui si deve proseguire il viaggio verso il proprio ormeggio stabile?

QUARANTENA IN BARCA?

Anche se nell’ordinanza c’è scritto che, in attesa di sottoporsi al test, le persone sono sottoposte all’isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora, il buon senso suggerisce una interpretazione elastica. Inutile quindi barricarsi in barca nel primo porto di arrivo e aspettare lì la convocazione per effettuare il tampone!  Anche perché nessun porto turistico potrebbe prendersi la responsabilità di accettare questo tipo di quarantena all’interno del proprio bacino acqueo dal momento che i servizi igienici di un porto turistico sono in comune.

Attenzione comunque. Non ci sono regole chiare cui attenersi e si brancola a vista. Gli stessi rappresentanti ufficiali non sanno bene cosa rispondere perché il turismo nautico è ben diverso da quello tradizionale. Sembra prevalere un’interpretazione salomonica e un suggerimento vago senza la certezza di essere nel giusto ma è quanto basta: fare subito la denuncia, spedirla per email all’azienda sanitaria locale di riferimento e tenerla come ricevuta in caso di controlli. Il suggerimento ventilato e non esplicito, è poi quello di proseguire la navigazione cercando di fare meno tappe possibile, di mantenere le distanze e l’uso della mascherina quando si è a terra e di raggiungere in fretta il proprio home port.

Fine della vacanza!

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