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ENTRAR PER PORTI

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Non c’è bisogno di essere un poeta greco per godere della bellezza che è propria dell’avvicinarsi ad una città dal mare

Entrar per porti è un libro che descrive come scoprire le città entrando da una porta insolita come quella del mare e del porto. Roberto Petrucci navigante e scrittore ci descrive in queste righe i principali porti delle Marche porte d’ingresso a città affascinanti. Il mare della Sassonia non sarà blu come l’Egeo, l’arenaria del San Bartolo non sarà bianca come le scogliere della baia di Milos, il foro annonario di Senigallia non avrà la stessa capacità evocativa della piazza di Navarino. La costa che va dal Tavollo all’Esino ha comunque buoni argomenti.

entrar per porti a Fano
Fano: i quadri. L’affascinante entrata nel porto di Fano

Il porto vi fa capire come è fatta Fano. La cortesia dei ragazzi che vi prendono le cime al molo dei transiti della Marina dei Cesari, l’arguzia delle ragazze che al bancone del bar del faro mescolano sapientemente caffè e liquori, l’abilità con cui i cuochi dei ristoranti preparano piatti di pesce vi dicono che siete arrivati in una città cortese ed ospitale o, per dirla come o fanesi. “genial”.

Fano: il canale Albani

L’orgoglio portolotto è ancora forte. Le case sui due lati delle palate sono identificate dai soprannomi e dai colori delle vele delle famiglie dei pescatori. Non trovate niente di simile in nessun altro porto dell’Adriatico.

Gli abitanti del vecchio borgo marinaro hanno ormai superato l’età del lavoro ed i loro figli si rivolgono ad attività meno precarie. Il sentimento di appartenenza è comunque forte e gli eredi delle antiche casate vi accolgono benevolmente e pazientemente e vi spiegano come arrivare al vicolo del Cugul cuore del borgo marinaro.

Fano: il caffè Moretta

Se a bordo vi manca qualcosa andate alla cooperativa dei pescatori situata in un bellissimo edificio in stile razionalista. Vi troverete cerate, stivali, cime, reti ma soprattutto potete ascoltare parlare un purissimo dialetto fanese.

Le barche e le reti sono oggi governate da gente giunta da ogni parte del mondo che non può permettersi di vivere nel borgo marinaro diventato zona di pregio e sono sparsi nella periferia della città.

Pesaro: l’antico borgo marinaro. Un’altra immagine di “entrar per porti”

Entrar per porti a Pesaro

Anche a Pesaro il borgo marinaro è cresciuto fuori le mura. Ne trovate i resti attorno la chiesa della Madonna della Scala tra la strada statale ed il porto canale. E’ormai una delle zone di maggior pregio della città. Poche le famiglie originarie che ancora vivono nell’area. Le presenze sui moli sono caratterizzate da alcune storiche famiglie di pescatori. Continua la vecchia distinzione dei ruoli: gli uomini vanno in mare e le donne vendono il pescato. Forte è il senso identitario a cui contribuisce anche una storica squadra di basket degli anni d’oro della pallacanestro pesarese.

Anche qui i Magrebini, neri d’africa, cingalesi e bangldesh  rappresentano il grosso della forza lavoro.

Pesaro: le case dei pescatori

Oggi il porto si caratterizza per la presenza di un cantiere specializzato nella manutenzione di Yacht di grandi dimensioni. I lavori di allestimento dell’impianto non sono ancora finiti e già gli scafi sono portati in terra e coperti con involucri di plastica per poter effettuare i lavori di manutenzione.

La Lega navale offre ai soci una sede accogliente ed attrezzata.

Senigallia: i portici Ercolani

Se a Fano ed a Pesaro il borgo marinaro è esterno alle mura cittadine ed è nato come luogo dove risiedevano marinai, pescatori, cordari e calafati, a Senigallia il borgo è dentro le mura e nasce come sede dei fondachi e dei consolati dei mercanti che in Agosto partecipavano alla fiera della Maddalena. Anche le tipologie edilizie sono diverse: invece delle povere case addossate alle mura, qui trovate edifici di due piani adatti ad ospitare magazzini e sedi di rappresentanza. I nomi delle vie richiamano i luoghi da cui provenivano gli antichi ospiti: Corfù, Corinto, Siria, Samo.

Senigallia

Entrar per porti a Senigallia

A Senigallia come a Venezia, le barche entravano in città risalendo per qualche centinaio di metri il corso del Misa. A Venezia le galere da mercato attraccavano a piazza San Marco e le contrattazioni erano svolte nello spazio che è tra le due colonne erette sulla palata; a Senigallia questo ruolo era svolto dai portici Ercolani dietro ai quali era il ghetto ebraico. Oggi la ferrovia e la statale hanno rotto il vecchio equilibrio ma è sempre possibile costeggiare il Misa a piedi e ripercorrere l’itinerario come un mercante Greco, Siriano o Turco..

La prima struttura che trovate è il foro annonario in cotto e pietra d’Istria. L’eleganza della struttura può trarvi in inganno. Si tratta di un magazzino costruito  al servizio del porto. Oggi il foro è occupato da una moderna e frequentata biblioteca, da bar e ristoranti.

Provate a pensare al porto canale occupato da trabaccoli, caramusali e schirazzi giunti dai porti d’oriente ormeggiati davanti i portici Ercolani.

Senigallia: la rotonda sul mare

Lo spazio tra i portici e le barche è coperto da teli che proteggono dal sole i mercanti ed i marinai che allestiscono i banchi per la vendita e contrattano le merci.

Anselmi, il grande storico marchigiano, nel descrivere quei giorni, ci mostra il comandante del Mehemet Ali appena giunto dalle bocche della Neretva, rinfrancare l’assetato equipaggio con una brocca di limonata gelata.

Nulla e cambiato. Ancora oggi rinomate gelaterie vi aspettano a Senigallia Pesaro e Fano. I sorbetti che vi offrono sono solo la punta dell’iceberg di un’accoglienza fatta di eventi culturali di grande livello, di occasioni per raduni festosi ed intelligenti, di buon cibo e buon vino.

Pulite le carene, controllate vele e motori: l’estate sta arrivando.

Roberto Petrucci, febbraio 2019

Foto di Gianni Grilli[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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